25-26-27 APRILE 2008

 

RADUNO NAZIONALE  FESTEGGIAMENTI DEL 25 APRILE

“FESTA DELLA LIBERAZIONE”

 

ASSOCIAZIONE LINEA GOTICA TIRRENICA

 

Il raduno è patrocinato e sponsorizzato dal Comune di Aulla

E’ aperto a tutti gli appassionati del settore, in costume d’epoca,

siano essi figuranti e/o proprietari di veicoli ex militari del periodo 1920-1945.

E’ RAPPRESENTATA LA STORIA …

 

Il dettaglio dell’evento sulla pagina “ANNUNCI” del sito LINEA GOTICA TIRRENICA

 

 

 

 

LA PRIMA SPIRALE: DA CANNES AD AULLA, LA VIA FRANCIGENA, LA VIA BIANCA, LA VIA SACRA

 

Un giullare, a margine di un manoscritto, è un intrattenitore tuttofare. Recita versi e racconta storie. E’ un giocoliere di “bocca”, e allo stesso tempo è un giocoliere di “gesti”. E’ un eroe ambiguo…ma tutto dipende dal significato che da... Così sfoglia il libro di Storia e racconta di altri tempi,  legge, sulle rocce, le incisioni rupestri e ricorda le statue-stele  poi salta alcune pagine e fa un balzo all’indietro nell’Antica Grecia e racconta di quella LIBERAZIONE di Andromeda,  dal mostro, per mano di Perseo. Perseo sul cavallo alato Pegaso il cui destino è di salire al cielo a trainare per Zeus il CARRO del tuono.

Poi fa una capriola in avanti nel suo tempo, il Medioevo, …. storie di amori sacri e profani, di eroi, santi, miti, simboli e riti  per arrivare a quel tempo contemporaneo di prima e seconda guerra…. giocando, invece di lanciare spade, bastoni, denari, o coppe, di carta , aeroplanini … alza il naso e si sorprende che quelle lingue di drago tricolori non sono più giocattoli nel cielo azzurro… non sono più tuoni e lampi di quel carro, ma uno spettacolo a ricordo di luoghi ed eventi recenti e attuali.

Sotto il naso invece filano sulle vie viola  di quella città,  altri mezzi con le ruote, in fila e figuranti con scarponi quasi a ricordo di quelle file di pellegrini a piedi in visita ad un santuario. Festeggiano entrambi un compleanno certo, la rinascita, personale e collettiva di una città distrutta.

E tutto inizia così in un cammino di spine e rose, croce e delizia, blu e rosso, acqua e fuoco,  lacrime di sangue di vittime trucidate nel fiume Aulella, fatiche del popolo minuto che  attraverseranno le miserie della Storia dopo aver visto lo splendore nella loro terra.. Senza scandalo I  due VIANDANTI  capiranno la povertà partendo dai poveri. Solo la bisaccia, la conchiglia e il bastone e un’incisione stampata su stoffa e cucita: un antico santino di protezione, questo è tutto il loro avere. Piccoli di statura riescono ad eludere la sorveglianza del guardiano dei tesori nascosti o un simbolo del male? Che beni dovranno ricevere nel loro percorso per arrivare alla meta?

Sono due testimoni, non hanno ancora le ali, vanno a piedi, come due tartarughe, con il detto “chi va piano va sano e lontano”,..calandosi nell’oscurità cercano  quella stanza,  quella caverna di quella Balena del fondo del mare, e intravedono la sua pinna come la coda di un pianoforte con note blu del cielo aperto: le stelle, la luna e il sole diventeranno sorelle e fratelli e  li orienteranno verso la loro meta. Grazie alla contemplazione  della volta celeste, scoprono la dimensione dell’orizzonte e dell’alto quelle scale ascensionali, dal DO al SOL dal nero al bianco.

Inizia  il loro spostamento tra ruote  e ali bianche, (leggere, di un cavallo, o di carro come quello di Troia) e uncinate, (ruvide, pesanti del mostro). Incontrano l’ eroe Tristano, in una prova: la LIBERAZIONE della sua amata, lottando contro la bestia-carceriere; il suo amore è fatale, diverso da quel cavaliere in alto con le mani giunte e quasi in ginocchio di fronte a noi: il crociato difende il sacro.

Da quello scontro col drago si manifesta quell’attività celeste della PIOGGIA e del TUONO…e non solo il sangue di drago versato.

I viandanti riescono a superare questa scena ed entrano nella caverna . Il nero era già presente, nuove figure si fanno avanti sono reali o immaginarie? Nuove stranezze ai loro occhi, ma il disco solare inciso o le corna di cervo (o cimelio del cavaliere) segnalano la via tra calze appese…non s’ingannano, non è ancora Epifania.

In basso c’è una giovane donna dal capo coperto con un piede  nudo in alto, e un piede calzato in basso.

Saranno sue le calze? Ha una freccia tatuata nella caviglia come l’angelo azzurro. Ma…l’altra s-carpa dov’è?  Avrà preso il viaggio pure lei nel torrente orientale? In questa alternanza di piedi scopro che è tipica degli dei e dei sacerdoti, e quei piedi rimandano al guizzare dei pesci in un gocciolio tra stalattiti e stalagmiti delle grotte …

Melodie d’organo …e un ronzio tra il rigo musicale, un’insetto a strisce...è l’APE col suo pungiglione, anti-fiamma da mg. 100. E’ in attesa, di sacrificarsi per il bene di un altro, una vita per una vita, ed è in cerca di polline con la sua borsettina, sente il profumo delicato di essenza di cuore, o forse è una nota di testa o di fondo? La caverna ha orecchie, ascolta i passi dei due tra un flottare di bianche falene, insetti e uccelli notturni, ed echi lontani, ani, ani…

Giocano a far rimbalzare i suoni e tutto si amplifica, anche le loro ombre, proiettate nelle pareti dai lumini-conchiglia di cera d’api, che ricordano i tempi della porpora…hanno paura, non hanno armi ma sentono dei balzi: è il loro cuore che batte batte  …chi ci sarà più in là?.

…sono compagni del giullare… sono “grilli” pure loro e anche loro hanno storie antiche da raccontare, qualcuno è sceso da qualche sigillo altri da monete, un altro ancora viene “ dal Romanzo della Rosa, (Guillaume de lorris e Jean de Meung) e sognano il misterioso tabernacolo del Giardino dell’Amore della Cavalleria o il Giardino delle Rose, quello della contemplazione, dal profumo inebriante. Il profumo si espande nel sogno che anticipa è un desiderio. E’ una certezza futura che sta aprendo lo sguardo…è la prima virtù acquisita. Vedono un’ammonite tra le rocce che ricorda loro una domanda : I giullari hanno una speranza? Bisognerà aspettare i tempi di  Francesco “giullare di Dio”. Il riso represso si è LIBERATO.  Pensano a quest’ultimo fratello che cercava sè nell’idea di essere cavaliere (comprando il titolo) o nella tradizione di famiglia…Nella nebulosità si sveglia un gobbo si esibisce solo al profumo di rosa. La via rosa si affievolisce per via dell’Alice in tasca (una loro piccola amica di gustosa compagnia) e perdono quel filo delicato sotto il naso che li guidava.

Ma altre figure funeste si avvicinano, un gatto nero e una “donna strana” che solleva un polverone nel pulire, cosa pulisce? Anzi crea più grigiastro…è il loro gioco di preveggenza, come la lettura delle immagini sulle nuvole, o nei fondi di caffè. Qui ci vuole ben altro elettrodomestico altro che scopa…qualcosa dice a loro che si trovano nelle grotte delle Donaneghe. Trovano anche una testa di cavallo sul manico della scopa, coccolare di volo di un adulto infantile perché non bambino?

I due viandanti dalla loro bisaccia senza lacci estraggono una Marocca e la donano a questa donna. Ma la puzza dell’aringa ricordano loro dell’Alice e che è un dono appropriato per quel gatto, così saranno liberi nel seguire le tracce con i sensi puliti.  Riconoscono la donna nella strega buona, quando scambia quella Marocca con i Panigacci caldi, preparati lì nei testi in terracotta, con le unghie lunghe e sporche di terra, perché la notte scavano per rubare nei campi dei contadini…I due buttano l’occhio in pentola, per accertarsi se è brodo primordiale o  se la s-carpa dei “tempi moderni” è finita per caso per un brodo più leggero…La donna conferma la fuga del pesce, con un balzo è scappata prendendo il rigagnolo d’acqua della caverna. I due viandanti scoprono quella seconda virtù che serve al loro cammino, il dono di sé attraverso il pane, ricordano il sacrifico dell’ape. Si concedano dalla strega dal brutto aspetto che  predice alla polvere e dai ronzii degli insetti presenti nel suo orto, dalle rondini che lasciano il nido e dall’immagini incise nella roccia di omini neri con le braccia alzate (i maghetti), e dal brodo del suo pentolone: è troppo magro  qualcosa di funesto sta per accadere, e predice:

“E mentre così albeggiava, una figura tacita e improvvisa apparve su di un colle a cavaliere della città; era oscura di contro alle dileguanti tenebre. Poiché quella era la fine di una lunga e rigida notte, notte di veglia senza stelle. Egli stette, colle mani tese in alto, intorno a lui irrompeva un anonimo canto di uccelli, alle sue spalle sorgeva l’aurora” (G.K.Chesterton, S.Francesco d’Assisi).E’ S.Francesco era già di ritorno e intercede per noi.

Seguono nel cammino di quella grotta e trovano un’apertura, in lontananza Brunella domina, ma abbassando  lo sguardo, la predizione della strega si fa immagine nella distruzione di una città. E’ Aulla, nodo sulla via Francigena che porta a Roma…L’abbazia è salva, ma il filo spinato, la pianta spinosa, il rovo è ovunque… quelle rondini nere, quei pesci-siluri erano sinonimo di Magra, di guerra, di male. E’iniimmaginabile l’atmosfera  e la liberazione si fa attendere. Dov’è la corazza di ferro del cavaliere per non essere trafitto dal dolore, quella della vera tartaruga, del giullare che  gira le parole, della crosta di pane che si rammollisce con quell’acqua che dal cuore sale negli occhi e discende in una valle di lacrime.

Sono scorati, c’è un sibilo. I due si disorientano, si specchiano e dicono. Perché? E’ già l’inizio di un nuovo movimento… domandano perché perché. Dentro qualcosa si muove. Ricordano Francesco e capiscono dell’esperienza cosmica  vissuta senza limite e l’obbedienza. Il sibilo era un tentativo di  corruzione dall’apparenza delle  immagini.  Perché accorciare la vista, diventare miopi per non vedere cosa è rimasto. E’ un tornare ad aver fiducia del compagno viandante, dei ricordi  degli insegnamenti ricevuti da tutti gli incontri… sono ancora più saldi, dopo questa prova hanno quella terza virtù che serve per ricostruire sé e la città distrutta, risollevarla dalle macerie. Un roseto ai suoi caduti. Il profumo dei suoi fiori diventa il nuovo filo sotto il naso da seguire, non più puzzo di piede o di aringhe affumicate portate con sé nella bisaccia…altri viandanti col bastone, bisacce e conchiglie s’incontrano, si scambiano dei doni e esperienze di viaggio e si scoprono compagni nella stessa meta. Al calar del sole e avanzar della luna c’è un licantropo da tener sott’occhio vista la sua trasformazione (la sua coda lo tradisce), un’altro pellegrino si orienta con le stelle: e  conferma siamo nella regione di Massa e Carrara seguono la stella più grande e la mezza luna.  La stella grande è luminosa come la luna piena di una medaglia d’oro, la stella di Gerusalemme, altri mendicanti seguono la via lattea, al di sotto di della stella, un crociato ci guarda e segna che è a difesa del luogo sacro. La metamorfosi di quel pellegrino si completa diventando un vero lupo a capo della colonna. Era scritto anche questo “Apparirà ancora il lupo davanti a te… Prendilo come tuo fratello poiché il lupo conosce l’ordine delle foreste… egli ti condurrà per la via piana verso un figlio di re, verso il Paradiso”

Dietro ad esso la colonna di pellegrini: Joseph, “il tedesco buono” soldati americani e tedeschi, che chiedono perdono, vittoriosi e vinti, sono uguali in questo luogo, anche i pellegrini che arrivavano da Roma o che avevano attraversato le Alpi arrivando alla 30 stazione x Roma. Quel lupo, che parla il linguaggio degli animali, intercede con  l’Aquila che domina sovrana sopra ad un vangelo scortata dall’apparizione di S.Caprasio riconoscibile dall’aureola a raggi e mantellina, il santo riconosce gli accenti venuti dal nord, della Sua terra di Francia l’Ile de Saint Honorat. Una treccia ci riconduce al corso involutivo della spirale, onde d’acqua e crine di Pegaso. Una carpa risale il torrente. anch’essa sa del suo destino: arrivare alle porte del Paradiso alla fine della sua impresa controcorrente per subire una metamorfosi: le scaglie non ingannano, sono le stesse: da carpa diventa un drago.

In profondità i resti della prima basilica, tombe e  le reliquie del  Santo. Un altro oggetto viene ritrovato nella tomba: una bomba, buona perché non esplosa, segno del cielo, unito alla carpa diventa la costellazione dei pesci.. Quel profumo di rosa ci accompagna ancora nell’ardore di un ex-voto. La rosa e il verde si sposano con un ramo di quercia e un altro di alloro tenuti insieme da un laccio con un nodo di vie (viario). E’ il nodo del calice che raccoglie quel rosso vino, della mensa, il cibo servito: due pesci, pane e boraggine.

Lo scudo del crociato è lo stemma della città in un labirinto. Il roseto come l’uomo rigenerato come la PIOGGIA, la RUGIADA. Come il cuore trafitto dalle spine di rosa a 5 petali, come la stella a 5 punte..(numero dell’inizio di un nuovo ciclo) si conclude con il fiore, il centro, mistico, centro della croce, il cuore di Cristo,  il Sacro Cuore, è il centro della nuova città di AULLA.

E così riprendendo il filo rosso, si esce dal labirinto dalla via principale, ripercorrendo le tappe della Via Francigena e della seconda guerra con una bisaccia militare, una divisa militare e un compagno di viaggio con gli scarponi in mano, quelli chiodati, ( in ricordo delle spine raccolte, alle punture d’insetto e alla lavanda di piedi in segno di purificazione) e salire su un mezzo corazzato “in nome della Rosa”, e ogni tanto scendere e camminare a piedi nudi nell’asfalto della città, ritornare a quei tempi dei profumi dell’aringa-rosa e passare davanti al grillo-animatore  sotto il suo naso, relegandolo, come suo destino feudale, ad un margine, rifugio di prodezze e scherzi o carta di tarocco  del Matto, invitandolo a uscire dal suo guscio, a seguire i nostri tempi o unirsi a noi come animatori di storia ma soprattutto ritrovare la sua strada d’artista circense.

 

IMMAGINI:

 

PEGASO, simbolo della Regione Toscana. Cavallo alato della mitologia greca. In groppa a Petaso, Perseo, liberò Andromeda dal mostro che la stava divorando. La fine di Perseo fu di salire in cielo a trainare per Zeus il carro del tuono

CAVALLO: archetipo fondamentale iscritto nella Memoria Umana. Portatore di morte e vita (legato al fuoco e all’acqua) vedi simbologia tot. Il cav. È la cavalcatura, il veicolo, il vascello.

TRISTANO, amor cortese. La leggenda di Tristano ed Isotta è il più grande mito medioevale dell’amore fatale che conduce alla morte. La lotta di Tristano contro il drago è tra le prove che deve affrontare per liberare la donna amta dal mostro-carceriere.

DRAGO, MOSTRO:  Il mostro è il guardiano di un tesoro, rappresenta l’insieme delle difficoltà e egli ostacoli da superare ( prove) per conquistare infine tale tesoro. Il mostro è là x suscitare lo sforzo, il dominio della paura, l’eroismo. Spetta all’individuo fare le proprie prove, dare misura delle sue capacità e dei suoi meriti; bisognava vincere il drago, il serpente, le piante spinose, ogni specie di mostri, compresi noi stessi, x possedere i beni superiori ai quali si aspira. Essi fanno la guardia alla porta di palazzi reali, dei templi e delle tombe; in numerosi casi, il mostro è in realtà l’immagine di un Io, quell’ Io superiore. Nelle antiche immagini, il conflitto è spesso espresso, simbolicamente,dal combattimento dell’aquila e del serpente.

VIANDANTI, simbolo dei due pellegrini, incisione rupestre Camuni

DISCO SOLARE, CERVO: cimiero del cavaliere, grillo, SOLE: luce, calore e vita. I raggi: sono filamenti presenti anche intorno alle aureole dei santi.

PIEDE NUDO E PIEDE CALZATO: e’ una caratteristica delle allegorie femminili nel quale si perpetuano le usanze e le credenze del paganesimo. I piedi corrispondono ai pesci nel l microcosmo e astrologia del corpo umano.. L’alternanza della gamba nuda e coperta è tipica degli dei e dei sacerdoti in Mesopotamia, Assiria e Creata…

Il costume medioevale di scalzarsi il piede esprime in sé un atto di amore, non diverso dal posare il piede su un leone*, o più ancora di cavalcarlo.

 Nell’iconografia cristiana, è un privilegio dei personaggi sacri l’andare a piedi nudi, il Vangelo lo prescrive agli Apostoli (Mt., x 10) e ai discepoli (Lc x4) inviata in missione.

APE: insetto per l’apeterapia, l’ape muore dopo aver punto, usato per lenire il dolore umano, simbolo di carità, dono di sé

ANTINFIAMMATORIO, BOMBA BUONA (NON ESPLOSA): supposta

FANTASMA BIANCO DI FANCIULLA: dove c’è un castello c’è un fantasma di fanciulla

GRILLI: mostriciattoli del buio,figure dell’inconscio, demoni interni, figure fantastiche rif. Grilli del Medioevo Fantastico. Usati nell’antichità come sigilli e nella glittica li si trova nei capitelli.

CALZE: della strega-befana

STREGA buona:Befana, Fata

GATTO: complice della strega

STELE-SCULTURA: guerriero o divinità vedi…

RONDINI, AEREI: simbolo di resurrezione nel Medioevo. Tre rondini nn fanno primavera: le rondini diventano aerei da bombardamento

ROSETO: è l’immagine dell’uomo rigenerato, come la rugiada è il simbolo della rigenerazione (220). E nei testi sacri la rosa accompagna spesso al verde* che conferma

AULLA: monte, castello della Brunella….

PELLEGRINI: colui che si reca in un luogo sacro, solo o in compagnia. Anticamente era vestito con un abito chiamato sarrocchino e portava un bastone , cappello e bisaccia. Compie il tragitto in assoluta povertà, ta mille pericoli, teso ada arrivare al luogo sacro per il suo desiderio di purificazione. Incontra per l’Incontro.

CROCIATO soldati

SOLDATI: Americani liberatori dall’oppressore ,Tedeschi i perdonati di fine guerra. Entrambi a fianco nell’entrata sacra.

JOSEPH “un tedesco buono”

STELLA DI GERUSALEMME, MEDAGLIA D’ORO

AQUILA: è la figura di S.Giovanni, “l’apostolo che Gesù amava”, il segno dll’Ascensione, il simbolo della 4° virtù,la Temperanza). Significa la contemplazione delle realtà eterne.

LUPO: visto nel suo aspetto benefico. Perché vede nel buio è simbolo di luce, un simbolo solare. Non più vista come ostacolo del pellegrino (su quella di Dante) ma come guida: “Apparirà ancora il lupo davanti a te…Prendilo come tuo fratello poiché il lupo condurrà per la via piana verso un figlio di re verso il paradiso”. (mito degli Algonchini)

SAN CAPRASIO: originario dell’Isola Lerins di Saint Honorat le sue spoglie sono custodite nell’abbazia di S.Caprasio ad Aulla

CARPA Secondo un’antica leggenda cinese la CARPA, che risale a fatica ed eroicamente le cascate che portano ai cancelli del Paradiso, alla fine della sua immane impresa controcorrente viene trasformata in drago. Il drago cinese, infatti ha il corpo coperto dalle squame di una carpa.

SCUDO: simbolo di difesa, di protezione STEMMA del comune di Aulla,

ALLORO: albero sacro ad Apollo x gli antichi greci e Romani e immagine di gloria e sapienza. Oggi di premio, vittoria di gloria e viene raffigurato su stemmi e medaglie (gli stemmi comunali vengono sorretti da tralci di alloro e quercia.

QUERCIA sacro a Zeus e Giove

NODO: UNIONE

BALENA: caverna, buio, mostro

LABIRINTO: percorso, nelle cattedrali medioevali erano considerati l’allegoria del cammino verso Gerusalemme e, se percorsi dal fedele inginocchiato in preghiera, sostituivano il pellegrinaggio in Terra Santa

GIULLARE: intrattenitori di bocca e di gesti. Figura del Medioevo che racconta la Storia. Il suo nome deriva da iocus, gioco.

Nel medioevo: ambiguità che caratterizzava il divertimento. Il G.  la personificazione dell’eroe ambiguo. Considerato come l’erede dei mimi antichi…….

….”giullari di Dio”. Metafora del giullare: In epoca moderna, si parla di giocolieri anche nel senso di illusionisti o addirittura di imbroglioni, al di fuori dei giochi circensi e festaioli. Il g. è l’esempio di un eroe marginale che si disgrega e si perde nell’immaginario moderno.

SCARPA: rappresenta il viaggio, non solo nella direzione dell’altro mondo, ma in tutele direzioni. E’ il simbolo del viaggiatore

FILO SPINATO: oppressione, delimitazione, “rovo:pianta spinosa” (mostro, da combattere, abbattere)

 

 

 

 

 

IL CAVALLO: ARCHETIPO È PORTATORE SIA DI MORTE CHE DI VITA, legato al FUOCO – distruttore e trionfatore- e all’ACQUA – che nutre o annega . Legato anche alla figura lunare per analogia l’immaginazione associa la terra nel ruolo di Madre, la luna, le acque e la sessualità, il sogno e la divinazione, la vegetazione e il suo rinnovamento periodico.

Il bianco cavallo celeste rappresenta l’istinto controllato, padroneggiato e sublimato ed è, secondo la nuova etica, la più

nuova conquista dell’uomo

IL CAVALLO NON È UN ANIMALE COME GLI ALTRI: È LA CAVALCATURA, IL VEICOLO, IL VASCELLO; il suo destino è dunque inseparabile da quello dell’uomo e fra i due si instaura una dialettica particolare, fonte di pace e di conflitto, che è la dialettica stesso dello psichico e mentale. In pieno giorno, portato dalla potenza alla cieca e il cavaliere*, con gli occhi spalancati, previene i suoi momenti di panico e lo dirige verso lo scopo assegnatogli; la notte, quando il cavaliere diviene a sua volta cieco, il cavallo può farsi veggente e guida; è li allora che comanda, perché lui solo può varcare impunemente le porte del mistero inaccessibile alla ragione. Se il cavallo  e cavaliere sono in conflitto – allora la corsa intrapresa può condurre alla follia e alla morte – se fra essi vi è accordo in questo caso la corsa diventa trionfale. Le tradizioni, i riti, i miti, i racconti e i poemi che parlano del cavallo, esprimono le innumerevoli possibilità di questo gioco sottile.

 

SPIRALE INVOLUTIVA ED EVOLUTIVA

 

PASSATO

PRESENTE

FUTURO

 

CAVALLO à archetipo fondamentale iscritto nella MEMORIA UMANA

                    à simbolo forza del desiderio

RITORNO:                                

       à LABIRINTO

                   à MANDALA

                   à SCALA

                   à ALCHIMIA

 

indicano un ritorno al  à CENTRO

                                    à ORIGINE

                                     à EDEN

                                     una reintegrazione della manifestazione nel suo PRINCIPIO

- “poiché il PUNTO ha contenuto il CERCHIO, il CERCHIO fa ritorno al PUNTO

 

- centro del mondo à è il PUNTO di comunicazione fra TERRA e CIELO

             dell’eden

 

CICLI TEMPORALI

 

SPIRALE INVOLUTIVA

Carattere cinese hui ha la forma di SPIRALE

“Far ritorno alla radice è il RIPOSO”

CAMMINO CONTROCORRENTE à discesa nel soffio

                                                           à risalita nel seme

                                                           à unione interna del SOLE e della LUNA.

 

...chi ammette la TRASCENDENZA x le quali la MORTE è una delle PORTE x cui passa il ciclo della vita.

 

EDEN-PARADISO

PREISTORIA

STORIA

 

 

 

 

ROSA: MANDALA

           CENTRO MISTICO

 

Nell’iconologia cristiana:            

COPPA che raccoglie IL SANGUE DI CRISTO

- sia la TRASFIGURAZIONE delle GOCCIE di questo sangue

- sia il SIMBOLO DELLE PIAGHE DI CRISTO

 

IL SIMBOLO ROSACROCIANO --à 1 al centro, 1 su ogni braccio della croce

 

ROSAà CENTRO della CROCEà CUORE DI CRISTOà SACRO CUOREà ROSA CANDIDA della Div.Com

                                                                                               ROSA RUSTICA

                                                                                               VERGINE

ROSONE GOTICO e la ROSA DEI VENTI

     ROSA             e           RUOTA

 

ROSETO: è l’immagine dell’uomo rigenerato come la RUGIADA

 

ROSA E VERDE:

            ULIVO

nei testi sacri la rosa accompagna spesso il verde. Nell’Ecclesiaste (24,14): “Sono cresciuto... come le piante di rose a Gerico, come un magnifico olivo nella pianura.”

 

5 N° di compimento, segna l’inizio di un nuovo CICLO.

5             vedere  INCROCIO e NUMERI

 

 

BEATRICE mostra all’amante fedele giunto all’ultimo cerchio del Paradiso

ROSA e ROSONE insieme à DANTE  à l’AMORE PARADISIACO à CENTRO DELLA ROSA

 

LABIRINTO. 7 DEI SIMBOLI    SPIRALE * TRECCIA

 

ABBRACCIO vedere INCROCIO e LOTTATORI

 

ROSA-ROSONI vedere FIORONE

 

ACQUA, PONTE, CARPA, TORRENTE, PURIFICAZIONE FUOCO, BLU E ROSSO, VIOLA

 

 

 

 

 

 

 

 

COMUNICATO STAMPA DEL 28 APRILE 2008 “PERCORSO DELLA MEMORIA”

 

I COMMERICANTI DI AULLA “SPOSANO L’ARTE