GARBAGE ART E
MILITARIA
Il mio viaggio dalle
razioni K al mimetismo, prosegue con un nuovo argomento:
MEZZI PESANTI
Spunto: uno Sherman
M4A4
Lo sherman
in questione è stato donato dalla Caserma Damiano Chiesa di Trento
all’Associazione Storia e Memoria di Parma per essere restaurato.
Il mezzo versava in vistoso
stato di abbandono in qualità di “rottame”, particolare poetico il ritrovamento
di un nido e una trave all’interno dello stesso.
Presente nelle discussioni
sul recupero dello stesso, attraverso il Presidente dell’Associazione Luigi Pauletto
mi rendo conto che è un’avventura complessa che richiede varie competenze. La squadra è
ben assortita, con esperienza di vari restauri apprezzabili.
Luigi diventerà la mia
guida, che mi introdurrà velocemente nelle fasi di lavoro, e per poterlo seguire
ed “appartenere” al gruppo, mi documento e cerco nessi con loro. Una bibbia
sullo Sherman, un manuale tradotto in italiano
sull’uso dello stesso e libri vari sui “tanks” sono
indispensabili per la parte tecnica.
Parma,
Sabato 12 novembre 2006.
Mattina, mi documento sul rapporto tra Arte e
la strategia del recupero, riciclaggio e uso, la Garbage
art. Devo trovare nuovi collegamenti per poter STARE in quel magazzino e
per portare avanti il mio discorso.
Trovo un articolo sui
“Diggers “ esperti di recupero e riciclaggio, trasformatori di scarti in culto e arte. Peter Coyote,
membro del gruppo, nella sua
autobiografia Sleeping Where I Fall (1998) scrive: “I
sopravvissuti lavorano dove capitava, passare mezza giornata da un rottamaio e a smontare un vecchio camion, a sostituire i
pezzi rotti con pezzi quasi nuovi, amorevolmente puliti, riparati e ridipinti,
sembra più interessante di un “lavoro”. L’investimento del tempo conferisce
valore e per questo molti dei nostri camion sono degli esemplari perfettamente
funzionanti, decorati con fantasia e curati in modo impeccabile. Chi se non una
persona libera ha il tempo di carteggiare e ripristinare tutti i vecchi pezzi
necessari al rimontaggio di un veicolo? Siamo
contenti di vivere dei rifiuti della società perché abbiamo il tempo di
riciclarli e rivendicarli”.La Counter
Culture,’arte del riciclaggio teorizzata e praticata in varie forme da
tutti i gruppi e le correnti che partecipano alla rimessa in discussione del
sistema di vita e dei valori della società americana…
Mi
divido tra Milano e Parma. A Milano lavoro con la cartapesta, uso carta bianca
scarti di bobine della Tipografia Monzese e a Parma
cerco altro scarto attraverso la conoscenza del territorio. Nella campagna di
Parma vado dal rottamaio Amedeo, il quale mi regala
molti ferri vecchi, e a tutti chiedo un pegno
All’interno
ed esterno della “caserma di Storia e Momoria” trovo altri
ferri arrugginiti, inizio a raccoglierli e a creare un laboratorio a fianco
degli amici dell’associazione. E’ già questo un incontro di
intenti: il recupero di rottame, dal fil di ferro a
pezzi più grossi come in questo momento: un CARRARMATO M4A4.
Luigi
mi parla della sua esperienza e cerco di non avere preconcetti sulla MILITARIA.
Assimilo come una spugna per dare, più avanti, delle valutazioni e per poter
dichiarare la mia posizione…
Mi dice che il carro è un
rottame e mi ricorda sul “ possesso di cuore”: il carro è di chi lo ama e
naturalmente lo porta in vita (lo restaura)... ma
vorrei saperne di più anche sulla fase finale, la sfilata, il loro rapporto con
il pubblico, il carro e il vincitore.
Inizio a prevedere
giocando con i tarocchi… reduce di Riola con la carta
dell’APPESO, carta n. 12, che creo con i ferri…
….CARRO CARTA TAROCCO N.
7, la carta 6 è la tensione degli AMANTI ,
centro della prima linea di lame, poiché senza slancio affettivo niente è
possibile. Dopo questa scelta che l’impegna, il
padrone del CARRO 7 rischia di abusare della sua potenza e di
inorgoglirsi della sua forza; la GIUSTIZIA 8 gli ricorda la legge
dell’indispensabile equilibrio, e , forte del suo
ideale, egli va a raggiungere l’EREMITA
9 attraverso il mondo; ma, nella misura in cui l’Eremita cerca la verità,
egli giudica e mette in movimento la RUOTA DELLA FORTUNA 10 che dà ciò
che egli deve ricevere, secondo…
Nel
pomeriggio Luigi mi riporta nel magazzino.
E’ una processione di
persone, la voce si è sparsa e i conoscenti arrivano. L’ambiente mi è estraneo,
cerco di ambientarmi per poi aggregarmi ai fedeli.
Giro intorno al carro e
scruto qualsiasi particolare senza catalogare, è una conoscenza lenta,
offuscata dalle dimensioni e dal suo simbolismo.
Le domande incalzano e
cerco di immedesimarmi con quei soldati richiusi per giorni in quel poco spazio
per capire le loro sensazioni.
Cosa vuol dire carrarmato ? …ma
poi mi lascio andare, per mancanza di dati ad un mio percorso: dalle
colorazioni delle calde RUGGINI (variazioni
di aranci-rossi-marroni fino ad arrivare ai verdi
scrostati e di licheni in un mimetismo naturale nella corazza), alla ricerca di
forme dal quadrato al al cerchio, alla luce, passando
per i particolari di scatolette, fori, passanti, ganci, e bulloni.
Così cerco di “vedere” internamente ed esternamente
per emozionarmi per questo nuovo incontro aiutata dal grande “occhio” del carro.
In questo stesso giorno
inizia la pulizia dell’interno, seguo l’operazione dai buchi esterni:
Una grata a pallini
s’illumina e separa in due parti lo spazio interno. Al di là qualcuno è pronto
per una confessione, l’angolo è mistico forse per quella calda luce che illumina
tutte le aperture… un luogo di raccoglimento, intimo, di pace. In
contrapposizione alla massiccia corazza che sputa fuoco.
Scopro che spesso il ‘tank’ viene spesso rappresentato come una creatura
mostruosa, paragonato a dinosauri, mostri preistorici che procedevano
attraverso i fili spinati come creature cieche; diventando ad un tempo simbolo
del progresso e dell’imbarbarimento dell’uomo.
I ragazzi sono euforici li
fermo in qualche scatto, sono belli e unici, contagiano l’ambiente oscuro del
fondo capannone con le loro risate…è
impossibile estraniarsi ora, è diventato un luogo di festa e sempre
pronti al sorriso e allo scatto!
Alex Alexanian,
Luigi Pauletto e Stefano Ruggeri, dov’è Mauro Ritali?
E vado con una domanda:…
ma quei “rossi” fino a dove si sono spinti?
Sabato, 15
novembre 2006
Mi colpiscono
queste operazioni di forza meccanica e umana e ne seguo le fasi
Davide, l’amico del gruppo è arrivato
da Bergamo per aiutarci
SMONTAGGIO DELLA TORRETTA per estrarre
il motore che verrà riparato da Davide
ESTRAZIONE DEL MOTORE
ESTRAZIONE DEL CESTELLO Davide e Stefano svitano il cestello
quasi sospesi con la testa nel fondo, e un ritrovamento insolito: un gatto.
La GESTUALITA’ di questi ragazzi non
mi è indifferente e qualcosa si muove in me, non capisco ancora.
LAVORAZIONE SUL CESTELLO: TAGLIO AL
PLASMAN DEL FONDO E MOLATURA
COSTRUZIONE DELLA DIMA PER IL FONDO
CESTELLO
E’ una manualità insolita
per me, i loro gesti mi colpiscono.
Penso alla bodyart e alle performance. All’uso del corpo e al suo
movimento
E’ una
verità che mi mancava e cercavo
nell’artificio per compensare.
Il movimento
del corpo e di estrema percezione è richiesta dal lavoro-gioco-passione
e non dalla rappresentazione gioco del finto lavoro.
Sono contenta,
questo ambiente anche se duro mi aiuta a chiarire la mia strada d’artista.
Sabato, 18
novembre 2006
Mi stabilisco con un piano di lavoro vicino al carro
continuando a ricercare scarti di ferro.
Scruto “i modelli” quali “scarti del carro”, per poterli poi inserire
nelle mie composizioni, per entrare in questa storia dl carro.
Passeggio
intorno al carro noto poesie visive di numeri e lettere, indicazioni varie..di provenienza e d’uso del carro. La macchia rossa interna
è la mia preferita, da essa partono due frecce..
Milano, Domenica 2 dicembre 2006
E’ evidente l’influenza
cercata con MILITARIA nel mio lavoro per la stanza da letto di Wilma, “Il sogno
di Wima”:
compongo liberamente con
la cartapesta bianca, un fondo che può rappresentare un campo di battaglia … inserisco
dei segni tridimensionali e creo dei percorsi.
Sembrano siepi e con la
mia lavorazione marina penso alla Normandia.
Sull’angolo sinistro
posiziono delle piramidi che utilizzerò
come stelle, penso al carro e al carretto dell’Orsa maggiore e Orsa minore,
costellazioni polari, centrali e
immobili.
Forse un abbozzo di
bandiera americana, è la mia origine e firma: dalla nonna AMERICA alla MERICA.
Dalla piramide un cono dal
quale esce un fiume di sfere che concludono con un cubo dado e quadrato
raviolo.
( cono:
figura geometrica partecipe del simbolismo del cerchio e del triangolo.
Immagine ascensionale dell’evoluzione della materia verso lo spirito, della
spiritualizzazione progressiva del mondo, del ritorno all’unità della
personalizzazione.)
sfera:
ha lo stesso simbolismo del cerchio, è il cerchio nell’ambito dei
volumi….corrisponde meglio alla sfera della percezione: la totalità
celeste-terrestre si esprime meravigliosamente nella coppia cubo-sfera…..il
passaggio dal cerchio o sfera alle forme rettangolari rappresenta
simbolicamente anche l’Incarnazione, poiché la stessa persona possiede due nature, la divina e l’umana
costituisce il legame , il ponte,
l’unione, fra il cielo e la terra. )
Sull’angolo destro alcuni
chiodi del telaio e le strisce di tessuto, righe orizzontali dal quale partono
dei fili con due pesci, uno vivo, uno in decomposizione e una lisca.
Un pedone bianco viene posizionato
sulla scacchiera di ravioli e tortellini conditi con osso di prosciutto di
Parma.
Oltre al pedone un carro
bianco, tra un volo di alghe. Il “ carro alato
dell’anima” ( Elia innalzato in
cielo da un turbine, viene generalmente rappresentato su un carro (Malachia 2),)
“Ogni rappresentazione di un personaggio che si slancia su un carro di fuoco verso
il regno dell’immortalità è il simbolo dell’uomo spirituale che distrugge per
via il proprio corpo fisico in beneficio di un’ascesa eccezionalmente rapida
E’ il relitto che giace
innocuo nel fondale di Paestum, e il pensiero non può
che andare al recupero dello Sherman DD.
Un augurio di rinascita
dall’acqua, vittoria della vita sulla morte (S.Agostino:
Morte dov’è la tu vittoria?) e naturalmente di buon restauro dello sherman M4A4 di
Storia e memoria.
Un ringraziamento
agli amici di Storia e Memoria
e in particolare al suo Presidente
Luigi Pauletto
fondale in cartapesta cm. 200 x 150