Le crete senesi

 

 

Quello delle Crete è “un paesaggio che subito conquista: calcinoso e avaro, ma mutevole e persino dolce nella cangiante alternanza dei toni, privo di limiti identificabili, piuttosto simile a un mare geologico fermo per sempre. Suscita inquietudine, induce alla fantasia, consiglia l’indugio che scopre la minima vibrazione di colore o indaghi la tessitura irregolare evidenziata da linee e solchi, crepe e cretti” (Roberto Barzanti).

“Mare aperto” secondo il poeta Mauro Luzi ma anche distesa di colli “senza dolcezza d’alberi” come già l’aveva definita Federico Tozzi.

 E in effetti, per chi ha ancora negli occhi il bel paesaggio dell’alberata non manca di colpire questa assoluta prevalenza di spazi privi di piantagioni, solo destinati a seminativo o pastura, che caratterizza una fascia di terreni tra gli immediati dintorni a sud di Siena e fino alle pendici del monte Cetona e dell’Amiata.

 Costituito per lo più da argille grigiastre, il terreno è più aspro verso la val d’Orcia che tuttavia presentano da un punto di vista fisico e agronomico caratteri affini.

 L’imagine di queste spoglie colline rimanda immediatamente agli scenari pittorici del Duccio, Pietro Lorenzetti, Bartolo di Fredi, Sano di Pietro o Giovanni di Paolo. La nudità del paesaggio, che si diversifica più nei colori che nelle forme, sicchè ogni stagione dell’anno si impone per una nota cromatica dominante, consente di cogliere in tutta evidenza i tratti di un sistema insediativi ancora in gran parte tradizionale, con fattorie e grance, pievi, castelli e centri fortificati.

Questo itinerario circolare, di 76 Km (carta qui sopra), consente di incontrarli percorrendo prima la Via Cassia, lungo il percorso della Francigena, inoltrandosi poi attraverso spettacolari vie di crinale nel cuore stesso delle Crete, dove circondata da un fitto bosco si erge possente l’abbazia di Monte Oliveto Maggiore, centro di cultura e potente polo di organizzazione territoriale.

Il rientro avviene sulla statale 438 Lauretana, che confluisce nella 73 ormai quasi alle porte di Siena.

 

Da GUIDE D’ITALIA del Touring Club Italiano Siena e il Senese.

 

La base del mio viaggio è stato il Podere Alberese,  Località Casabianca, Asciano,   Crete Senesi

 

Decifrare le Crete


Biancane: termine coniato nel 1914 per indicare i rilievi cupoliformi tipici delle Crete. Si tratta di cupolette denudate e prive di vegetazione, alte pochi metri e

rigate da innumerevoli e minutissimi solchi, composte da materiale argilloso dal tipico colore biancastro.

Le biancane si succedevano su ampie estensioni prendendo la forma di tanti dossi rotondeggianti. Nel corso degli anni 1980 la presenza di “biancane” è stata

drasticamente ridotta a causa dell’uso di macchine agricole. Il livellamento della morfologia mammellonare delle Crete e l’asportazione dei monticelli argillosi

dellebiancane” hanno modificato la fisionomia del paesaggio.

Calanchi: si tratta di profonde cicatrici franose nei versanti esposti a sud prodotte dall’azione degradatrice delle acque pluviali. La costituzione argillosa e il carattere impermeabile del suolo fa sì che l’acqua piovana scorra rapidamente generando una morfologia di vallecole incise da profondi solchi il cui continuo assottigliamento rende instabile l’intero versante provocando lente ma inesorabili frane. Calanchi e biancane sono dovuti allo stesso processo di dilavamento del suolo: nel primo caso però la morfologia si sviluppa in elevazione mentre nel secondo in depressione.

Crete: parola dialettale, di diffusione toscana, sinonimo di argilla. L’uso di “Crete” per indicare la regione a sud-est di Siena si diffuse nel corso del XIX secolo in seguito allo sviluppo delle scienze naturali e delle loro analisi dei lineamenti geomorfologici. Questo territorio fu coperto dal mare pliocenico in un periodo che va da 4,5 a 2,5 milioni di anni fa. La composizione argillosa dei terreni è data dai sedimenti composti di argille e sabbie di questo bacino marino.

Mattaione: l’argilla che compone le colline delle Crete fu descritta e denominata dalla geologia del XIX secolo prendendo
in prestito una parola d’origine popolare: mattaione.

 

Paesaggi nelle crete

  

dall’Alberese

 

V        

….e il salto del diavolo

 

   

vista dall’Alberese verso il Monte Amiata e …

 

  

isole verdi nel mare di grano

 

  

 

 

    

 

 

      

 

 

  

 pecore e un’altra stagione

 



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